« Pro Patria. Senz'altro, ma quale ? A proposito di Pro Patria, d'Ascanio Celestini » - Université Paris Nanterre Accéder directement au contenu
Article Dans Une Revue Focus In Année : 2018

 « Pro Patria. Senz'altro, ma quale ? A proposito di Pro Patria, d'Ascanio Celestini »

Résumé

Inutile presentare distesamente Ascanio Celestini in queste pagine. Attore, drammaturgo, cineasta, documentarista, regista teatrale 2 , cantante 3 , scrittore... Ma questa profusione non è dispersione : ogni « settore » creativo nutre gli altri e di questi si nutre. C'è una coerenza di fondo fra tutte le cose che il poliedrico artista propone. In parole povere : una interrogazione che ruota attorno alla questione della violenza. Guerra, fabbrica, call center, manicomio, borgata... In chiave semiseriama disinvolta mai-Celestini racconta le condizioni di lavoro e di vita (e di morte) dei fanti, operai, umili, precari, matti, alcolizzati, barboni, prostitute, clandestini, i laissés-pour-compte di (e da) questo mondo iniquo... In Pro Patria, è il carcere a fornire lo spunto, il tema e il contesto della riflessione. Basta pensarci un po' per intuire possibili similitudini (circonstanziali e strutturali) tra il carcere e, mettiamo, l'esercito, l'azienda, il manicomio : violenza e gerarchia, alienazione e costrizione... Del resto, come sempre in Celestini, a partire dall'argomento centrale il racconto si allarga subito ad altri orizzonti : il « centro » della violenza non è uno solo, la violenza è policentrica, onnicentrica nello spaziotempo. E, come sempre, il racconto è svolto in prima persona : in ultima analisi, il centro vero di ogni cosa e ragionamento umano è il soggetto stesso. La voce narranteun detenuto in galera ai giorni nostridecide di scrivere un discorso, forse autogiustificatorio. Non si sa a chi intenda rivolgerlo, né quando né come, se è già stato condannato. Forse allo Stato, al Potere, alla Legge, astrazioni che lo hanno sbattuto quanto mai concretamente in carcere per un delitto imprecisato (ma di poco conto, tipo furto di mele, o di galline), che per l'interessato ha assunto, proprio in prigione, un significato politico... Ma si rivolge pure a noi lettori e spettatori 4 , come indicano le apostrofi che ritmano la narrazione (« Cittadini ! »). E anche ai vari personaggi convocati nel racconto, dalla guardia detta l'Intoccabile 5 (o secondino Merda) al Negro Matto Africano (un concellino del narratore) e a... Giuseppe Mazzini, che, interpellato ogni poco a convalidare fatti ed ipotesi (« vero, Mazzini ? », « che ne dite, Mazzini ? »), finirà addirittura col rispondere. Come dice il coinvolgimento di Mazzini (nonché di altre figure del Risorgimento : Pisacane, Garibaldi, Mameli, Ferdinando II il re Bomba, o Giovanni Mastai Ferretti, colui che nel 1846 « fanno papa col nome d'arte Pio IX »), il discorso del detenuto abbraccia una riflessione sulla storia d'Italia : sulle sue rivoluzioni mancate, su come 1
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Citer

Christophe Mileschi.  « Pro Patria. Senz'altro, ma quale ? A proposito di Pro Patria, d'Ascanio Celestini ». Focus In, 2018, n° 24. ⟨hal-04425486⟩
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