Tradurre Meneghello
« Non si può più rifare con le parole » : tradurre Libera nos a malo (in francese)
Abstract
L'articolo prima passa in rassegna alcune delle (non numerose) soluzioni che si offrono al traduttore dall'italiano (ma il discorso potrebbe valere per altre aree geografico-linguistiche che conoscono fenomeni di diglossia) quando si imbatte in un testo che comporti inserzioni in dialetto, come nel caso, paradgimatico a tutti gli effetti, del primo romanzo di Luigi Mengeghello, Libera nos a malo ; esplica poi la soluzione effettiva scelta per la traduzione in francese (Éditions de l'éclat, Paris, 2010) e la esemplifica con un passo famoso, che ricapitola molte delle poste in gioco. S'incomincia con un ringraziamento. Voglio innanzitutto sottolineare quanto sono grato agli organizzatori di questa iniziativa di accogliermi fra loro. Grato ed onorato. Non sono un vero e proprio « studioso » di Meneghello nel senso accademico, ho pubblicato un unico articolo a lui dedicato 1 : sono solo un suo traduttore, il traduttore in francese di Libera nos a Malo 2. Uno potrebbe anche domandarsi cosa ci fa un mio testo in questo volume. Cosa ci fa un traduttore, cioè un artigiano testuale, un bricoleur della parola, in una pubblicazione che riunisce autentici specialisti, esperti veri dell'analisi del testo ? Immagino che chi mi ha invitato lo abbia fatto a ragion veduta, perché era dell'idea che non solo lo « studiare » un testo, ma anche il tradurlo sia, in fin dei conti, un metodo conoscitivo. La penso anch'io così, da quando, nei lontani anni '80 e poi '90 del secolo scorso, dedicando in Francia la mia tesi di dottorato a Dino Campana, mi accorsi che, traducendocom'era d'obbligo in quel contesto-i passi dei Canti Orfici che citavo nel mio studio, facevo-mio malgrado, e sulle prime a mia insaputa, o quasi-opera ermeneutica ed esegetica. Quando cominciai a cimentarmi con la traduzione di Libera nos a malo, avevo già tradotto almeno una decina di libri e la dimensione gnoseologica insita nel tradurre mi era ormai nota. È proprio questa dimensione del lavoro di traduzione che mi appassiona-e mi convince che passerà tanto tempo prima che un software sia in grado di sostituire l'essere umano per tradurre testi
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