Tradurre Giulio Angioni
Abstract
Tradurre non è una operazione meccanica, una trasposizione biunivoca da una lingua all'altra, anche quando sono in ballo lingue vicine come sono italiano e francese. A maggior ragione qualora si traduca un testo letterario. Tradurre è un modo di conoscenza : conoscenza di quel che si traduce, ma anche delle lingue messe in atto per tradurre, la lingua di partenza quanto la lingua di arrivo. Ma tradurre è anche un modo di dis-conoscenza, se così posso dire : una messa alla prova e una messa in crisi di quel che si credeva di sapere. Perché non si conosce mai nessuna lingua : il testo letterario è quell'oggetto che continuamente ce lo rammenta, impedendoci di fissare i possibili di una lingua in uno stato determinato. Quel che sappiamo di una lingua è per forza momentaneo, soggettivo, sempre in parte arbitrario. Tradurre ci costringe a (ri)prendere coscienza dell'indeterminatezza, della permeabilità, e in definitiva dell'inaccessibilità delle frontiere di qualsiasi « parlare ».
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